Siccome ho capito che qui siamo solo io e Franco a contribuire, segnalo un articolo (in inglese) che ho trovato nel giornale di oggi sugli effetti negativi che ha il mancato contatto con la natura sui bambini (e ragazzi).
http://www.guardian.co.uk/lifeandstyle/2010/jun/05/nature-deficit-disorder-richard-louv
L'autore in questione ha pubblicato un libro che sembra molto interessante (Last Child in the Woods).
Da parte mia sono ancora in preda agli effetti benefici della mia visita di ieri al Natural History Museum dove a fare le cose fatte bene uno ci dovrebbe stare dentro un mese; io e la mia amica Chris abbiamo deciso che se mai diventiamo miliardarie una delle cose che faremo sara' 'affittare' il museo dopo l'orario di chiusura per averlo tutto per noi. Un pensiero egoista e snob (e bizzarro, ammetto) ma che penso che non faccia male a nessuno; c'e' chi si fa il bagno nello champagne, chi si compra una Lamborghini.... in fondo noi siamo esseri ben piu' semplici.
L'emozione che si prova a tenere in mano un pezzo di meteorite che risale a 4,8 miliardi di anni fa e' unica (Silvio, rispolvera il Metal Detector che quest'estate ti trascino per la valle di Muscandia a cercare meteoriti!!), cosi' come lo e' scoprire la fenomenale quantita' e varieta' di minerali e rocce che formano la nostra terra; ci siamo perse nella sala di mineralogia per piu' di un'ora, perse in un mondo fatto di colori e forme incredibili.
Magari come dicevo a Franco c'e' gente che viene ricoverata per molto meno ma la soddisfazione che si prova a vedere i propri figli che per una volta tanto usano il telefonino per quanlosa di utile e fanno decine di foto agli esemplari del museo - compreso un ritratto di fianco alla statua di Charles Darwin che troneggia nella sala di ingresso (se Virginia me la da la pubblico sul blog, e' troppo bella) - mi da una gioia enorme e mi ricollega all'articolo che, strana coincidenza, ho trovato nel giornale questa mattina.