sabato 1 maggio 2010

Primavera a Londra

Ho pensato che, in qualita' di corrispondente estero, mi posso permettere di introdurre un post su Londra in mezzo a quelli di Mondonio; d'altro canto La Panchina rappresenta il nostro luogo di incontro virtuale (almeno per me e Franco...) e se potessimo incontrarci fisicamente vi tedierei di sicuro con le foto che ho fatto negli ultimi giorni, quindi consideratevi fortunati che non ve le metto tutte.
Non so se sia per il fatto che la primavera quest'anno ha tardato a venire, ma qui e' stata un'eslosione di fiori incredibile nei giardini, nei parchi e nelle strade. La tentazione e' stata troppo forte e ho rispolverato la mia piccola Nikon e ho
combinato passeggiate con cane e reportage fotografici. Non ho mai visto rami cosi' carichi di fiori, o forse non ci ho mai fatto caso - che e' ben peggio, troppo spesso mi ritrovo ad andare in giro e a non ricordarmi un singolo dettaglio, a volte la mancanza di consapevolezza, dell'essere nel 'presente' mi spaventa perche' significa dare per scontato tutto quello che invece bisognerebbe considerare e apprezzare come un dono (che vale per le esperienze belle e quelle brutte). Questa piccola deviazione filosofica e' per dire che invece in questi giorni non vado in giro come un ologramma di qualcuno che chissa' dov'e', ma mi sento notevolmente ancorata alla terra, sento di avere - con la Terra - un rapporto concreto e fisico che mi da' sicurezza e gioia. La mattina esco con Eddie (il cane fortunato che beneficia di queste lunghe passeggiate) e sto fuori a volte due ore (la fortuna di chi lavora freelance - poi pero' devo recuperare lavorando fino a tardi la sera, ma ne vale sempre la pena!); percorro strade bordate di fiori e arrivo al Tamigi, lo attraverso sul ponte pedonale e mi immergo nella campagna per riempire i polmoni di quell'aria fresca e umida che ormai, dopo tutti questi anni, mi e' cosi' congeniale, e dei profumi intensi dei fiori e dell'erba e per riposare gli occhi immergendoli in un bagno di mille tonalita' di verde.
Proprio come farei a Mondonio... solo che qui tutti parlano inglese e salutano quando ci si incontra (che non accade tanto spesso, data la miriade di sentierini e tracciati che solcano prati e boschi). Mi piace l'idea che ci si saluti, cerco sempre di farlo con un sorriso che il piu' delle volte mi viene reciprocato; non costa nulla sorridere (ma se alle elezioni di settimana prossima vincono i Conservatori, come sembra, scommetto che troveranno il modo di imporre una tassa anche su quello) e fa bene sia a se' stessi che agli altri.
Quello che mi ha sempre colpito degli inglesi e' la cura che ognuno si prende del proprio giardino (sembra riflettere il proverbio secondo cui "An Englishman's home is his castle"), che sia grande o piccolo. E dato che nella mia zona (cosi' come in molte altre ad eccezione del centro di Londra) le case hanno il giardino anche davanti, che da' sulla strada. Per tale motivo mi piace tanto aggirarmi per le strade, non si finisce
mai di vedere fiori e piante diverse; in questa stagione c'e'
una particolare abbondanza di clematidi come quella della foto sopra che ricopre il muretto e glicini in fiore (vedi sotto) che si arrampicano sulle facciate, intorno alle porte d'ingresso e alle finestre con il tronco contorto e dall'aspetto secco da cui pendono pesanti grappoli di delicati fiori color lilla' e viola (e ne ho vista una oggi con i fiori rosa tenue). Ma anche tanti tulipani, viole, narcisi e primule nelle aiolette antistanti le case e alcune vie, come quella della foto qui accanto, sono orlate di alberi (Franco aiuto, non so cosa siano!!, alcuni di sicuro del genere Prunus) che ora sono stracarichi di fiori di tutte le sfumature del rosa. Un paio di giorni fa c'e' stato vento e i petali caduti hanno formato l'ndescrivibile tappeto rosa in questa via e mentre ero in giardino a pranzare (altro vantaggio di chi lavora come me) mi sembrava di essere in una scena di quei film cinesi o giapponesi; l'aria era piena di petali rosa pallidissimo che mi svolazzavano intorno (finendo anche nel mio bicchiere d'acqua) silenziosi e leggeri. Questo e' cio' che intendo quando sottolineo l'importanza del rendersi conto del presente.....
E anche il profumo, soprattutto delle glicini, e' particolarmente intenso ed inebriante e mi fa ricordare quanto sia importante riuscire a mantenere viva la capacita' di apprezzare il mondo con tutti gli organi di senso.
Invece che limitarsi a dare una rapida occhiata, mi trovo a volte a cercare di fissare un'immagine sulla retina ma anche un profumo o una sensazione, come il vento o il calore del sole, sulla pelle. Quando in febbraio ero in Costa Rica mi sono spesso soffermata nel mezzo della giungla per cercare di assorbire tutto quello che provavo, gli odori, i giochi di luce e ombra, la varieta' inconcepibile di tonalita' di verde, i vari rumori, quasi completamente coperti dal canto assordante delle cicale.......
Interrompo qui la mia parentesi lirica perche' in realta' avrei dovuto lavorare (anche se e' sabato; questo invece e' uno degli svantaggi del lavoro freelance) e invece sono qui da due ore che copio e incollo foto e scrivo sul blog. Non ci sono scuse, sono una perditempo nata, ma se le mie esperienze descritte sopra sono una perdita di tempo, allora propongo con entusiasmo una Ricerca del Tempo Perduto collettiva!

2 commenti:

Franco ha detto...

Fantastico post! Belle le immagini e belli i testi. Poetical, moving and romantic.
Ho una settimana lavorativamente infernale (e sono anche molto sofferente per la schiena), ma appena trovo un po' di tempo contribuisco con testi, foto e commenti adeguati.
A Mondonio è arrivata una primavera esplosiva, un po' fredda, ma con un verde intenso e possente, come raramente mi è capitato di vedere.

Anonimo ha detto...

Mamma, that was beautiful. Mi sono commossa..I never knew you could write that well :) Here it is raining and there are no flowers. Such is Milan!....the pictures are also lovely!
love
xxxx